Andrea Di Camillo

 (Biella 1970) Ha cominciato a lavorare a metà degli anni ’90 in una delle prime società internet del tempo, e poi per Olivetti. Da allora ha investito, o fondato o lavorato con oltre 50 tra le società digitali italiane più note, tra cui Vitaminic e Banzai, di cui è stato uno dei co-fondatori. Nel 2012 ha contribuito al lavoro della task force del Ministero dello Sviluppo economico che ha redatto il rapporto “Restart, Italia!” e che ha portato alla prima legge italiana sulle start-up. Nel 2013 ha fondato P101, uno dei principali fondi di Venture Capital italiani che, ad oggi, ha investito in 25 tra le più promettenti società italiane della scena internet e digitale. 

Qualcosa di particolarmente emozionante a cui stai lavorando adesso?

Tutto quello che facciamo a P101 è emozionante! Dall’attività di scouting di nuove iniziative, grazie alla quale ogni giorno riceviamo stimoli e nuove idee imprenditoriali da talenti italiani e non, fino a quando diventiamo soci e – in qualche modo – un po’ imprenditori anche noi. Non puoi non emozionarti ogni giorno quando sei contaminato quotidianamente da idee e persone sempre nuove, da energie in abbondanza che cercano nel mondo del venture capital un elemento di accelerazione per crescere non solo sogni, ma anche aziende, magari ancora piccole oggi ma che possono essere quelle del futuro prossimo, italiano e non.
In queste settimane, forse la cosa più coinvolgente su cui stiamo lavorando riguarda lo sviluppo internazionale della nostra attività a partire da Berlino: confrontarsi su un mercato molto più competitivo del nostro (in termini di investimenti tecnologici) è una grossa sfida.

 

L’esperienza più interessante che hai fatto negli ultimi anni?

 Dal lato professionale, l’esperienza da imprenditore con Banzai è stata per me molto significativa: ciò che è partito in un piccolo cortile di Milano è ora quotato e dà lavoro a quasi 500 persone. E proprio da questo ho preso spunto per l’attività di investitore che da qualche anno sto facendo, sperando di poter sostenere non una ma molte altre storie di successo per chi ci sta lavorando ogni giorno – imprenditori e loro collaboratori. Dal punto di vista personale, invece, direi che il giro del mondo fatto con zaino in spalla, durato un anno e programmato giorno dopo giorno, è stato senza dubbio l’esperienza che mi ha dato la più forte sensazione di libertà mai provata in vita mia: svegliarsi la mattina e decidere di passare dalla Bolivia all’Argentina con mezzi di fortuna è stata una bella discontinuità rispetto alla vita super-organizzata a cui ero abituato! E al di là di questo, è stata un’esperienza che anche umanamente mi ha dato moltissimo. Mi ha aiutato a capire che prima dell’imprenditore, dell’innovatore, di chi viene a proporti una idea o un business, devi capire velocemente qual è l’umanità della persona che hai davanti.

 

Una lezione che hai imparato e che racconteresti ad una platea di studenti?

 Le cose semplici o troppo facili valgono poco e di solito non durano a lungo: le belle idee senza tanto lavoro, impegno e visione di medio termine non vanno lontano. Il gusto che invece lasciano i progetti più ambiziosi e faticosi è qualcosa che resta per tutta la vita. Ciclisticamente parlando, è nelle grandi salite che ci sono le pedalate memorabili e quelle da cui si impara il senso della fatica, a conoscere se stessi e i nostri compagni di scalata.

 

Una cosa che non hai ancora fatto ma che prima o poi farai?

 Il giro del mondo... ma questa volta in bici! O forse anche solo il coast to coast negli Stati Uniti. I lunghi tragitti pedalando sono oggi la situazione – in cui sforzo fisico, colpo d’occhio, senso del viaggio e pensiero libero – non solo mi appagano nel mio tempo libero, ma mi danno anche gli spunti per riflettere in modo decontestualizzato ai tanti stimoli che ricevo ogni giorno dalla mia vita professionale.

 

Una persona che conosci bene e con una storia assolutamente da non perdere?

Andrea Gaudenzi e la finale del Torneo di Montecarlo! Andrea, oltre che un amico, è stato uno dei nostri tennisti più forti e grazie a lui ho potuto conoscere molte storie e retroscena su un mondo che mi appassiona e da cui ho tratto molti spunti anche per il mio lavoro (anche se continuo a giocare malissimo a tennis!).

25 giugno 2016