Antonio Deruda

(Roma 1975) Come passare da un'ambasciata americana ad una multinazionale cinese. Lasciando nel frattempo il posto fisso per insegnare a diplomatici, imprenditori e studenti come crescere online. Stando sempre in viaggio per lavoro. Ma girando lentamente  ogni volta che si può  con la macchina fotografica al collo, o in moto su strade secondarie.

Qualcosa di particolarmente emozionante a cui stai lavorando adesso?

Ho lanciato da poco i primi corsi in Italia sul tema del Nation Branding, ovvero la costruzione e comunicazione dell’identità di un Paese. Spesso, al termine delle lezioni, gli studenti si avvicinano per condividere idee su come migliorare l’immagine dell’Italia. Ogni volta mi emoziona la sensazione di aver trasmesso stimoli e non solo nozioni.

 

L'esperienza più interessante che hai fatto negli ultimi anni?

Dal 2005 al 2012 ho lavorato all’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia, occupandomi di comunicazione e public affairs. Ho avuto la straordinaria opportunità di vivere in prima persona una vera e propria rivoluzione: l’avvento dei social media e il loro profondo impatto sulla comunicazione e sull’attività di lobbying internazionale. Il fenomeno della cosiddetta "diplomazia digitale" mi ha appassionato a tal punto che ho deciso di dedicargli due libri di approfondimento. Anche pensando alle potenzialità delle tecnologie digitali per la promozione internazionale del nostro Paese.

 

Una lezione che hai imparato e che racconteresti ad una platea di studenti?

Agli studenti racconto spesso il mio percorso professionale. Dopo la laurea in diritto internazionale, ho scritto di appalti pubblici per Il Sole 24 Ore, girato e montato video per una televisione satellitare, fatto ricerca economica in un’organizzazione internazionale, gestito le relazioni con i media di un’ambasciata, costruito siti web per aziende e oggi coordino il marketing online per i prodotti di una multinazionale. La lezione: bisogna imparare l’arte di ricominciare.

 

Una cosa che non hai ancora fatto ma che prima o poi farai?

Due cose. Legate tra loro. Scrivere un libro di storie sulla Sardegna e girare un documentario sull’Italia viaggiando in moto.

 

Una persona che conosci bene e con una storia assolutamente da non perdere?

Roberto Macina, fondatore e CEO di Qurami. Da studente universitario si è inventato un’app per fare la fila con lo smartphone. Intorno alla sua idea ha saputo costruire un team straordinario di under 30 che oggi gestisce clienti in vari Paesi del mondo. Da qualche anno ho la fortuna di collaborare con loro. Roberto e la sua squadra sono per me sono una grande fonte di energia e ottimismo per il futuro.

24 aprile 2016