Sabato pomeriggio, ci siamo trovati dopo pranzo per un lungo caffè con molti di coloro che avevano risposto alla mia lettera aperta ai reatini, pubblicata un mese fa, con cui avevo lanciato un appello alle mie concittadine e ai miei concittadini a ritrovarci per trovarci, e a valutare insieme come rianimare una città ai limiti dello sfinimento, decidendo su quali priorità concentrarci e “disposti a fare” guardando da subito alle prossime elezioni amministrative del 2022.
A questo incontro c’erano compagne e compagni di viaggio di lunga data, con i quali anni fa avevamo lanciato il percorso di NEXT RIETI; soprattutto, ho scoperto nuove storie strepitose e sensibilità forti legate allo sport, all’università, alla scuola, alla disabilità, alla cultura. Mi hanno colpito tutti – e primi fra tutti le ragazze e i ragazzi dell’associazione Riattivati - Associazione Culturale. All’incontro c’erano anche gli amici dell’associazione NOME e il consigliere comunale Giovanni Ludovisi.
Sono uscito dalla chiacchierata rigenerato, credo sabato sia nato qualcosa, che di certo non deve essere l’ennesima associazione o partitino, ma il prossimo laboratorio, dove si pensa, si progetta, si incide, si interviene nel dibattito pubblico e si prova ad organizzare il campo di chi ritiene che ci si debba opporre alle destre locali con una visione, un progetto e una capacità di messa a terra alternativi.
Ho detto chiaramente all’incontro che i nostri avversari non sono solo coloro che rivendicano valori diversi dai nostri, ma anche chi professa in apparenza gli stessi valori ma poi – all’atto pratico – continua con le solite pratiche di connivenza locale.
Rieti muore perché non riesce a liberare nuove energie; perché soffoca chiunque non faccia parte del solito circolo.
Scommetto che ci sia una maggioranza silenziosa di reatini, in città e fuori, pronti a dimostrare che è ora di cambiare per davvero.
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