Mi hanno insegnato che le sentenze dei giudici non si commentano, si applicano. E che questo vale a maggior ragione quando fai politica e magari siedi pure in un'Aula parlamentare.
Ma mi avevano insegnato pure che il Medioevo era finito da tempo, e che il progresso di un Paese non lo fai solo con le leggi. Lo fai con l'indignazione di massa, le manifestazioni di piazza, le battaglie che porti avanti. E con ogni decisione presa da un pubblico potere.
Dovrei leggermi le carte prima di dire qualcosa. Avrei fatto così normalmente. Ma stavolta anche no. Perché non devo mica rifare il processo. E perché nel momento in cui esce una notizia così, si è già formata l'opinione della gente. L'opinione delle donne che magari stavano quasi trovando la forza di denunciare una violenza. L'opinione dei maschi che considerano quelle violenze un affare privato. L'opinione di tutte le adolescenti e dei loro coetanei.
Il danno è già fatto, per quella donna vittima di abusi, che con questa sentenza ne subisce un altro.
È fatto per tutte le donne costrette a vivere in un Paese dove la parità di genere quasi sempre interessa agli uomini al massimo una volta al mese, quando vanno a farsi belli con una battuta ad un convegno, che ultimamente il tema è tornato di moda: fa chic e non impegna.
Il danno è fatto pure per tanti uomini, che tuttavia non si arrendono.
Ci serve una legge contro gli stereotipi di genere nei libri scolastici.
Ci serve una legge per la parità salariale VERA.
Ci serve una legge per il congedo di paternità obbligatorio di 3 mesi.
E altre ne servono.
Leggi scritte bene, capaci di offrire buone regole, sostegno e nuova consapevolezza.
Calibrate al millimetro per evitare che restino sulla carta, o peggio ancora che producano effetti contrari allo spirito e agli obiettivi con cui sono state scritte.
E poi accompagnate, perché ogni caso a cui la legge si applica è diverso, perché ogni dolore è diverso, anche se i desideri di giustizia e riscatto si assomigliano tutti.
Noi ci stiamo lavorando. Perché da sola l'indignazione non basta.
Di fronte alla nostra indignazione, loro sorridono.
Diamogli le risposte che si meritano. E che ci meritiamo noi.