Europa/Internazionale

Nel corso degli ultimi anni ho fatto parte di diversi gruppi europei ed internazionali di quelli che un po’ pomposamente si definiscono “young leaders”. Tra questi: il Transatlantic Network 2020, su iniziativa del British Council, che aveva messo insieme qualche centinaia di giovani ad alto potenziale di tutta Europa e del Nord America, con l’idea di rafforzare i legami tra le due sponde dell’Atlantico in anni a venire sempre più complessi dal punto di vista della gestione ordinata del pianeta così come della crescita, economica e sociale, delle cosiddette società avanzate; l’International Visitor Leadership Program, ossia la visita degli Stati Uniti organizzata dal Dipartimento di Stato americano grazie al quale nel 2011 ho passato, assieme ad altri quindici europei, tutti di nazionalità diversa, tre settimane a zonzo tra Washington DC, New York City, Little Rock, Tucson e Seattle; il Consiglio Italia-USA; Friends of Europe & Europa Nova, che regolarmente organizzano forum e incontri per discutere delle prospettive del continente. Tutti club, è vero. Ma dove ho sempre incontrato coetanei molto alla mano e capaci, con storie incredibili di cose già fatte o di cose che si erano messi in testa di combinare. E che stanno adesso veramente combinando. Boccate irregolari di ossigeno in questa epoca di apnea prolungata.